Innamorati di Napoli con Gioielleria Caruso
Innamòrati / innamoràti di Napoli
È il programma di visite guidate da “ciceroni illustri” affiancati da guide turistiche abilitate che nella mattina di domenica 12 febbraio faranno innamorare di Napoli cittadini e turisti illustrando le bellezze della città.
il Comune ha organizzato la seconda edizione di «Innamòrati/Innamoràti di Napoli», delle interessanti visite guidate gratuite ai luoghi più belli della città assieme a “ciceroni illustri”. Questi noti personaggi, affiancati da guide turistiche abilitate, faranno innamorare di Napoli cittadini e turisti raccontando loro le bellezze della città.
Nata da un’idea dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, con madrina l’attrice Cristiana Dell’Anna, l’iniziativa prevede visite guidate gratuite a tanti luoghi della città tra cui Palazzo San Giacomo che con la presenza del sindaco de Magistris e dell’assessore Daniele. Ma si potranno vistare circa una cinquantina di luoghi bellissimi della città raccontati da uomini e donne famosi che spiegheranno la loro versione di una città che raggiunge punti di eccellenza in tanti campi.
L’oreficeria è uno dei settori fiore all’occhiello del Made in Italy. In questo settore un ruolo fondamentale lo hanno i tanti giovani che si affacciano al mondo della gioielleria per continuare l’attività di famiglia o perché spinti dalla passione per l’arte orafa. Napoli è una delle città maggiormente rappresentative di quest’arte, merito anche di un luogo considerato da molti lo scrigno prezioso della città, Borgo Orefici dove l’arte orafa la fa da protagonista. Borgo Orefici è un piccolo quartiere del centro storico di Napoli, dove le botteghe orafe hanno trovato la loro collocazione sin dal Medioevo ottenendo il riconoscimento ufficiale di Giovanna D’Angiò. Quando si parla di Borgo Orefici non si può far a meno di citare una delle gioiellerie simbolo del quartiere, la Gioielleria Caruso.
“La competenza e la creatività per il bello fanno della Gioielleria Caruso il tuo punto di riferimento”
Piazza Orefici
Il Borgo Orefici è costituito da strade molto strette e caratterizzate da costruzioni irregolari. L’unico slargo del quartiere è rappresentato da Piazza Orefici.
In questa piazzetta, fin dai tempi della regina Giovanna I, si radunavano gli orafi che qui avevano collocato le proprie botteghe artigiane. Nel mezzo della piazza sedeva “l’udienza”, una specie di consiglio dove i quattro Consoli della Corporazione degli Orefici sorvegliavano il lavoro.
Il simbolo della piazzetta è Il Cristo di Piazza Orefici. Il crocifisso è dipinto in maniera tale che lo spettatore possa trovarsi di fronte alla sacra effige da entrambe i lati della croce. Un altro piazzale da annoverare tra i monumenti caratteristici del Borgo rappresentato da Piazza Carlo Troya, che ospita l’antica Fontana del Pesce.
Il Borgo
Il Borgo Orefici si estende, stretto, tra l’ampia strada conosciuta come Corso Umberto e via Marina a Napoli, in una zona da sempre destinata ad attività commerciali per la vicinanza del mare. Proprio in questo Borgo gli orafi napoletani si radunarono con le botteghe quando nel Medioevo ottennero il riconoscimento ufficiale da Giovanna D’Angiò e nacque la loro corporazione.
I primi maestri orafi furono francesi al seguito della corte angioina, ma ben presto gli artigiani locali seppero affrancarsi e soppiantare del tutto gli stranieri, sfruttando la tipica caparbietà, l’inventiva e la fantasia che da sempre hanno caratterizzato i napoletani.
Successivamente, nel XVII secolo, il viceré Marchese del Caprio stabilì che solo in quella zona si potesse esercitare l’arte degli argentieri e degli orefici.
È qui che sono stati fusi, battuti, realizzati gioielli particolari, argenti lavorati, e arredi sacri come le celebri e preziose statue del tesoro di San Gennaro.
Oggi il Borgo Orefici consolida la storia con la creazione di un consorzio a cui hanno aderito moltissimi operatori le cui aziende spesso si tramandano da intere generazioni. Nelle loro vetrine si trovano oltre ai prodotti della tradizione orafa napoletana anche prestigiosi marchi di rilievo internazionale.
Nel cuore del Borgo Orefici di Napoli veglia un Crocifisso ligneo settecentesco che protegge l’antico quartiere fondato su quel che resta della scuola di oreficeria partenopea.
Il Crocifisso ligneo, al centro di Piazza Orefici, ha la particolarità di essere “double face”; la sacra effige è dipinta in modo che si possa ammirare sia sul davanti che sul di dietro.
Il Cristo è posto sotto una copertura in rame battuto ed è sostenuto da un basamento dove sono rappresentati i simboli della passione di Cristo. L’edicola votiva del Borgo Orefici fu donato dalla famiglia Di Roberto nel 1839, poi restaurato nel 1877.
Foto Antica del Borgo Orefici – Fonte le Strade di Napoli
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L’ambito territoriale
L’ambito territoriale consiste in parte del Centro Storico della città di Napoli, denominato Antico Borgo Orefici.
Il Borgo degli Orefici fa parte del quartiere Mercato-Pendino ed occupa un’area compresa tra il mare ed il percorso meridionale delle mura greco-romane.
Nella zona, da sempre utilizzata per attività commerciali, dal Medioevo in poi l’arte orafa si ritagliò un suo spazio, tanto che alla metà del 14° secolo nacque la Corporazione degli Orafi cui Giovanna I d’Angiò diede il suo riconoscimento ufficiale.
I primi maestri orafi furono quasi tutti francesi venuti al seguito degli Angioini, ma ben presto ad essi si affiancarono artigiani locali che nel giro di poco tempo soppiantarono del tutto la matrice d’Oltralpe, dando vita ad una scuola napoletana conosciuta in tutta Europa fino alla caduta del Regno di Napoli.
Alla fine del 17° secolo il vicerè Gaspar Méndez de Haro el Marchese del Carpio assegnò alla corporazione l’area che ancora oggi è chiamata “degli Orefici” stabilendo che solo al suo interno si potesse esercitare il mestiere di orafo.
Dal punto di vista urbanistico non c’è stato nel corso dei secoli uno sviluppo preciso e studiato, ma tutto è stato lasciato al caso facendo sì che il Borgo assumesse quel caratteristico disordine urbanistico che ancora oggi lo contraddistingue.
Disordine urbanistico e sovraffollamento demografico non furono perciò cause secondarie nel veloce diffondersi dell’epidemia di colera che scoppiò a Napoli nel 1884 facendo circa 7.000 vittime.
E fu così che l’anno dopo fu approvata la legge del Risanamento con cui si avviò la completa ristrutturazione dei quartieri bassi di Napoli tra cui quello in cui sorge il Borgo.
L’area fu in parte rasa al suolo per far spazio all’apertura di Corso Umberto e le ruspe non ebbero rispetto nemmeno per gli edifici di rilevanza storico-culturale: ecco, allora, che scomparvero chiese come quella di Santa Maria dell’Ovo, Santa Maria dei Muschini, Sant’Agata e Santa Maria delle Grazie dei Pescivendoli di fronte alla quale sorgeva la fontana della Pietra del Pesce, solo di recente ristrutturata.
Tuttavia, numerosi elementi stilistici ed architettonici risalenti al pre-Risanamento sono visibili nella zona e costituiscono “reperti” di grande valore ed interesse storico-artistico.
Il Risanamento non eliminò, però, tutti i problemi, tant’è che il degrado urbanistico continuò, per poi peggiorare coi bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e successivamente, nel 1980, con il terremoto.
Turisti al borgo Orefici
L’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli presenta l’iniziativa Innamòrati/Innamoràti di Napoli. #InnamoratidiNapoli
Madrina dell’evento è l’attrice Cristiana Dell’Anna
All’associazione Guide Turistiche Campania è affidata l’organizzazione dell’evento e l’affiancamento nelle visite ai “Ciceroni illustri”.
Napoli dell’arte, Napoli della storia, della musica, dell’alchimia, della scienza, del teatro, dei paesaggi.
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